sabato 15 giugno 2019

Martin ‘Youth’ Glover

Affiancato da una band composta dagli ottimi musicisti calabresi:
Emilio Sorridente - chitarra e voce solista, Enzo De Masi - batteria, Michelangelo Nasso - basso e voce e Francesco - chitarra e voce, giovedì 13 giugno, al Museo del Rock di Catanzaro, si è esibito il poliedrico musicista e produttore discografico britannico Martin ‘Youth’ Glover.
Youth, già membro fondatore e bassista della band inglese Killing Joke, ha dato vita anche ai The Fireman insieme al baronetto Sir Paul McCartney.
Con la sua casa discografica Butterfly Records ha produtto artisti come Take That, Wet Wet Wet, Tom Jones, The Orb, Maria McKee e Heather Nova.
Ha partecipato alla produzione del disco dei The Verve ‘’Urban Hymns’’ e a quello di Dolores O’Riordan (defunta vocalist del gruppo dei Cranberries)‘’Are You Listening?’’.
E' stato, altresì, produttore per altri gruppi, tra cui Primal Scream, Embrace, Siouxsie and the Banshees, Art of Noise, Crowded House, Zoe, P.M. Dawn, Yazoo, Erasure, U2, Bananarama, INXS, James, Wet Wet Wet, Depeche Mode, The Shamen, Texas, Dido, Cranberries, Gravity Kills e nel 2014 è stato impegnato, sempre nelle vesti di produttore, insieme a David Gilmour, Andy Jackson e Phil Manzanera (ex Roxy Music), per l’album dei Pink Floyd “The Endless River”.
Lo show di giovedì, è iniziato intorno alle ore 20:00, con la presentazione di due brani inditi: "Acquatonic" e "Intercity".
Da subito è sembrato di essere proiettati nella Londra della seconda metà dei '60, quando la city divenne un punto di riferimento per una nuova avanguardia della cultura inglese legata al trascendentalismo e alla meditazione.
I presenti, sempre numerosi, sono stati catapultati di colpo in una dimensione cognitiva da esperienza psichedelica.
Una performance in divenire quasi come quelle vissute in locali quali l’UFO e il Marquee Club che ospitarono le esibizioni musicali dei primi Pink Floyd, guidati al genio visionario, folle e carismatico di Syd Barrett, dei Soft Machine, e del nascente underground londinese.
Il gruppo ha così proposto prima la cover di "Set the controls for the heart of sun" dei Pink Floyd, e successivamente "Gigolò aunt" del '70 di Syd Barret.
Emilio Sorridente, abile chitarrista, si è cimentato, ben supportato dal gruppo, nella cover dei britannici The Verve "The Drugs Don't Work, brano facente parte del fortunato album "Hurban Hymns"prodotto da Youth, per passare poi ad un'altra straordinaria cover , ovvero "Baby Lemonade" traccia d'apertura del secondo album solista di Syd Barret.
Ancora una cover con "Sing the Changes" dall'album "Electric Arguments" dei Fireman, brano scritto da Paul McCartney.
Un finale da brividi con "Astronomy Domine", tirata allo spasimo, brano d'apertura del primo lavoro dei mitici Pink Floyd "The Piper at the Gates of Dawn",
Intorno alle 22:00 il gruppo si è così congedato dal pubblico, soddisfattissimo per le vibrazioni e le emozioni vissute.
Un'altra serata all'insegna del rock grazie all'impegno e alla dedizione che contraddistingue gli ideatori del Museo del Rock Pier Giorgio Caruso e Antonio Ludovico.